Geo-Sinni - GEOSINIS

Dott. Geol. Domenico MARINO
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Geo-Sinni

Geologia e Geositi
Il bacino del fiume Sinni, con una superficie di 1360 Kmq, presenta caratteri morfologici prevalenti da montuosi a collinari.
Nel bacino del fiume Sinni affiorano in prevalenza successioni litologiche appartenenti alle unità tettoniche che costituiscono la struttura dell’Arco appenninico meridionale, mentre solo nell’estrema porzione orientale del bacino (tra la fascia costiera ed i rilievi collinari di Tursi-Rotondella) si rinvengono successioni riferibili al dominio paleogeografico dell’Avanfossa bradanica.
In relazione all’assetto stratifico-strutturale del bacino del Sinni è possibile distinguere al suo interno tre settori:
- Settore occidentale e sud-occidentale (a ridosso del confine calabro-lucano) che comprende, procedendo da nord verso sud, i rilievi montuosi del massiccio del Sirino, di Monte Alpi, dei Monti di Lauria, del Massiccio del Pollino, di M.Caramola, oltre che i rilievi di Timpone Bruscata, Timpone Spagnolo e Monte Carnara e del bacino montano del Sarmento. In quest’area affiorano le unità più interne della dell’Arco appenninico meridionale (Unità Nord Calabrese, Unità del Frido, Unità Sicilide) oltre che unità derivanti dalla deformazione dei domini di piattaforma e di margine della Piattaforma appenninica occidentale (Unità di Monte Foraporta e del Pollino) ed unità derivanti dalla deformazione del dominio deposizionale del Bacino di Lagonegro (Unità di lagonegro).
In particolare lungo il margine occidentale e sud-occidentale del bacino, in corrispondenza dei rilievi dei Monti di Lauria e del Massiccio del Pollino si rinvengono successioni carbonatiche riferibili rispettivamente all’Unità di Monte Foraporta ed all’Unità del Pollino, costituite da calcari, calcari dolomitici, dolomie, brecce carbonatiche, in strati e banchi, talora intensamente fratturati.
Nell’area del Massiccio del Sirino e di Monte Alpi di rinvengono successioni mesozoiche riferibili alle Unità di Lagonegro costituite da: calcari silicizzati, in strati e banchi, con intercalazioni di livelli marnosi ed argillosi di spessore variabile (Calcari con selce Auct.); da alternanze di argilliti silicee policrome e radiolariti a stratificazione sottile (Scisti Silicei Auct.); da marne silicifere ed argilliti silicee (“Galestri” Auct.).
La restante parte dell’area è caratterizzata dalla presenza di successioni mesozoico-terziarie riferibili all’Unità Liguride, all’Unità Nord Calabrese ed all’Unità del Frido, costituite da: alternanze di argilliti e radiolariti policrome, con intercalazioni di calcareniti e calcilutiti torbiditiche, talora silicizzate; da arenarie arcosiche e quarziti in strati da medi a sottili; da rocce ignee (metabasalti ofiolitici, gabbri, diabasi); da rocce metamorfiche (filladi, serpentiniti, gneiss). Queste successioni sono caratterizzate da accentuata deformazione connessa alla complessa storia deformativa subita nel corso della strutturazione del segmento di catena in esame.

- Settore centrale, a morfologia collinare, compreso tra la dorsale di Monte Alpi, Monte Caramola, Timpone Spagnolo e la dorsale di Colobraro-Valsinni, è caratterizzata dalla presenza di successioni plio-pleistoceniche riferibili a bacini intrappenninici (thrust top basins) riferibili al Gruppo di Sant’Arcangelo, costituite da: argille ed marne grigio-azzurre con intercalazioni di livelli sabbiosi; conglomerati poligenici, a matrice sabbiosa, a grado di cementazione variabile, da stratificati, a massivi, con intercalazioni di livelli sabbiosi; sabbie gialle, più o meno addensate e/o cementate, con intercalazioni di livelli conglomeratici ed argillosi.

- Settore Orientale, esteso dalla dorsale di Colobraro-Valsinni alla costa, comprende:
- un’area a morfologia da montuosa ad alto-collinare, in cui affiorano successioni mesozoico terziarie riferibili all’Unità Sicilide, costituite in prevalenza da argille e marne con intercalazioni di risedimenti carbonici (calcareniti, calcilutiti, calciruditi) a stratificazione da media a sottile e da quarzoareniti in strati e banchi, con intercalazioni di argille e marne siltose.
- un’area a morfologia basso collinare, caratterizzata dall’affioramento di successioni plio-pleistoceniche riferibili al gruppo di Sant’Arcamgelo, costituite da sabbie, da addensate a cementate e da argille e marne grigio-azzurre e da successioni pleistoceniche riferibili al dominio deposizionale del’Avanfossa Bradanica (Argille subappennine Auct.), costituite da argille ed argille marnose grigio azzurre con sottili intercalazioni sabbiose.
- Un’area a morfologia pianeggiante in prossimità della costa, caratterizzata dalla presenza di successioni alluvionali , costituiti da ghiaie, sabbie limi, più o meno addensati, a luoghi terrazzati e da depositi sabbiosi delle dune costiere e della spiaggia.



Schema Geologico-evolutivo
In questo contesto sono rappresentati i geositi appartenenti ai depositi plio-pleistocenici della struttura tettonica del Bacino di Sant'Arcangelo che comprende la media valle del Fiume Sinni, fra Episcopia e Senise al confine calabro-lucano, inseriti nel Geoparco del Pollino.
I Geositi rappresentativi della successione sedimentaria del Bacino di Sant'Arcangelo (BSA) fino ai terrazzamenti del Fiume Sinni, permettono di studiare e ricostruire le relazioni tra gli eventi tettonici e gli eventi sedimentari che ne hanno caratterizzato la formazione.
La sovrapposzione delle Unità terrazzate sulla successione sedimentaria del Bacino di Sant'Arcangelo, rende quest'area di notevole interesse per la ricostruzione morfostrutturale e sedimentaria dell'intero fronte esterno dell'Appennino Lucano.

(fonte: P. Giannandrea & F. Loiacono)
Il settore del BSA considerato è composto da depositi di ambiente marino in transizione a quelli di ambiente continentale. I depositi del BSA sono stati raggruppati in unità stratigrafiche a Limiti Inconformi (successioni stratigrafiche delimitate a tetto ed a letto da discordanze). Le unità distinte sono state raggruppate in due successioni stratigrafiche, che sintetizzano l’evoluzione morfostrutturale e sedimentaria dell’area. La più antica (Pliocene superiore – Pleistocene medio) riflette la fase subsidente, di un bacino progressivamente colmato con depositi continentali (alluvionali e lacustri). La seconda successione (Pleistocene medio – superiore) comprende i terreni appartenenti a più ordini di terrazzi alluvionali, visibili a quote differenti rispetto agli alvei attuali dei Fiumi Sinni e Sarmento.


1)- Depositi alluvionali e subordinatamente di spiaggia (Olocene);
2)- Depositi terrazzati continentali e subordinatamente di mare basso (Pleistocene medio e sup.);
3)- Depositi alluvionali e fluviodeltaici (Conglomerati di Serra Corneta nel BSA (Pleistocene medio);
4)- Depositi alluvionali nel BSA (Conglomerati di Castronuovo – Pleistocene medio);
5)- Depositi lacustri (Argille di San Lorenzo - Pleistocene medio);
6)- Depositi di fandelta e conoidi alluvionali prossimali (Sintema del Sinni – Pleistocene inf. e medio);
7)- Depositi pelitici di prodelta e subordinati depositi lagunari nel BSA (parte superiore del Sintema del Sarmento – Pleistocene medio);
8)- Depositi di fandelta e piattaforma (parte inferiore del Sintema del Sarmento nel BSA – Pleistocene inferiore);
9)- Sabbie di mare basso (Sabbie di S. Arcangelo – Pleistocene inferiore);
10)- Depositi pelitici di piattaforma (Argille di Craco – Pliocene superiore);
11)- Conglomerati e arenarie di fronte di fandelta e di mare basso, depositi peliti da lagunari a marini di piattaforma aperta con subordinate argille diatomitiche (Pliocene sup.)
12)- Coltri appenniniche e depositi discordanti più antichi di 3.7 M.a.
13)- Fronte sepolto delle coltri appenniniche;
14)- Faglie inverse e Sovrascorrimenti plio-pleisstocenici;
15)- Faglie normali;
16)- Faglie Trascorrenti;
17)- Asse di anticlinale;
18)- Asse di sinclinale;
19)- Contatti tettonici.


(fonte: P. Giannandrea & F. Loiacono)
Sul settore esterno del bacino si impostò inizialmente un sistema deltizio, alimentato da NE, che venne rapidamente disattivato a seguito del sollevamento del livello del mare.
L’alternanza di sabbie e arenarie mostra forme ed impronte caratteristiche di un ambiente di deposizione di mare basso, di transizione tra il continentale ed il marino del mare pliocenico che allora sommergeva tutta la porzione orientale dell’Italia Meridionale. Tra queste la laminazione parallela e la stratificazione incrociata rappresentano il risultato del processo di Erosione-Trasporto-Deposizione. Sia nei terreni sabbiosi sia in quelli di arenaria si notano tracce fossili di vita dei molluschi che trovavano rifugio nel fondale marino.
Gli strati di Quarzareniti, presenti in blocchi isolati, nonchè in pacchetti di strati sovrapposti e troncati lateralmente, presentano superfici esterne arrotondate dall’azione degli agenti atmosferici che le hanno conferito una particolare forma che ricorda i tronchi d’albero.
Le quarzareniti sono rocce di colore chiaro tipiche di un ambiente marino marginale (di delta fluviale e di spiaggia) formate dalla progressiva riduzione degli spazi tra le particelle di sabbia prodotta dal costipamento degli strati sabbiosi e conseguenziale espulsione delle acque interstiziali.
Il sollevamento del livello del mare determinò la sommersione dell’alto di Valsinni e la deposizione, lungo il suo margine sud-occidentale, delle argille grigio-azzurre appartenenti al Supersintema di Montecotugno (SMC). La sedimentazione, inizialmente di tipo retrogradazionale diventò successivamente di tipo aggradazionale. Solo nella parte alta del SMC, per qualche decina di metri, le frequenti oscillazioni del livello di base determinarono eventi di sedimentazione litorale. Il BSA in questa fase doveva essere aperto verso l’avanfossa sia ad est che a sud, in direzione dell’attuale Mare Ionio.
In una fascia orientata NO-SE lungo il ramo occidentale del Lago di Montecotugno affiorano nelle argille grigio-azzurre plioceniche di piattaforma particolari rilievi a forma di cupola dal caratterisitco colore biancastro denominate Biancane.
Si trovano isolate o in raggruppamenti di estensione variabile dipendenti dal grado di senilità dei versanti.
Il colore biancastro è dovuto alla presenza di Sali, soprattutto di solfato di sodio, che vengono disciolti, in caso di precipitazione atmosferica, dall’acqua piovana che penetra nel sedimento.
Le Biancane presentano un drenaggio a sviluppo radiale cioè i rigagnoli nascono dalla sommità e si diffondono in tutte le direzioni, prodotti dall’erosione trasversale degli interfluvi nel processo di arretramento parallelo del pendio. Esse trovano collocazione nella parte bassa del versante, in prossimità del fondovalle.
Il passaggio al SS coincise con profonde modificazioni morfologiche del bacino, per il sollevamento del tratto sud-orientale della Dorsale di Valsinni. Contemporaneamente nel bacino si registrò un abbassamento del livello del mare e sul margine meridionale e sud-orientale si attivarono faglie marginali a movimento prevalentemente diretto. Il SS inizia con la sedimentazione di un corpo sabbioso deltizio nel settore depocentrale del bacino. Il graduale progredire verso nord del sollevamento della Dorsale di Valsinni e l’intensa attività tettonica registrata lungo il margine meridionale, favorirono nel bacino forti accumuli di depositi deltizi ed alluvionali, che colmarono lo spazio a disposizione. Conseguentemente si registrò la progradazione delle facies continentali su quelle marine, accompagnata dalla migrazione verso nord della linea di costa: si generò una discontinuità riconoscibile a scala di bacino che consente di dividere il SS nei Sintemi di Senise e di Noepoli.
La completa emersione della dorsale esterna seguita dal tilt verso sud-ovest dei terreni del BSA, appena sedimentati, determinarono il formarsi di ristrette aree subsidenti lungo il margine sud-occidentale, in cui si concentrò la sedimentazione del SSP. L’architettura delle litofacies e la presenza, a tetto dell’unità, di un corpo conglomeratico spesso poche decine di metri ed esteso lateralmente, consente di suddividere il SSP nei Sintemi di Francavilla e di Chiaromonte: il primo è costituito da depositi alluvionali e lacustri, con rapporti di facies di tipo progradazionale (d), il secondo da depositi alluvionali di piana braided, con paleo-trasporto verso i quadranti settentrionali (e). Il corpo tabulare molto esteso arealmente, costituente il Sintema di Chiaromonte, è indice di una forte riduzione della subsidenza e di una progradazione che preannuncia la fase di colmamento del bacino. Con il Sintema di Chiaromonte termina la subsidenza dell’area ed inizia la fase successiva, caratterizzata dal progressivo sollevamento dell’intera regione durante il quale si alternarono periodi di modellamento a periodi deposizionali. La prima fase erosiva si sviluppò a tetto dei conglomerati di Chiaromonte; a questa seguì la sedimenta- zione del Sintema di Serra Corneta (f), costituito da depositi alluvionali indicanti un paleo-trasporto fluviale verso i quadranti settentrionali.
La successiva fase di modellamento agì maggiormente nel settore nordorientale del BSA, dove si formò una vasta superficie erosiva digradante verso nord, impostata sulle argille grigioazzurre più facilmente erodibili. In questo settore si è distinto il Sintema di Piano delle Rose (g) compreso, insieme al precedente sintema, nel SBF. In questo periodo la valle del Fiume Sinni probabilmente era limitata al solo versante nord-orientale della dorsale di Valsinni. Il passaggio al successivo SMR è legato allo sviluppo del reticolo idrografico del Fiume Sinni che con un processo di erosione regressiva e sovraimposizione, incide tutta la dorsale di Valsinni fino a raggiungere i terreni del BSA. In questo momento iniziano a formarsi le unità terrazzate indicanti un paleo-drenaggio in direzione nord-est, lungo gli alvei dei Fiumi Sinni e Sarmento. Lo sviluppo di questi terrazzi comincia nel settore nord-orientale del BSA (h) e prosegue verso sud-ovest (i) a seguito del progressivo arretramento erosivo dei versanti.

Itinerario Geositi del Sinni
1. Geosito "Tronchi di Pietra"
Posizione geografica coord. UTM 33N - WGS84:
614890 E;
4449087 N;
Quota 246 m s.l.m.
Descrizione:
Il geosito è ubicato nel Comune di Senise (PZ) a valle della Diga di Montecotugno. Si accede dal km 52+000 della S.S. 653 Sinnica e si prosegue risalendo verso il fianco destro dello sbarramento artificiale.
Nel sito affiorano sabbie e arenarie depositate in ambiente di mare basso, di transizione, allorquando nel Pliocene superiore si impostò sul margine esterno del Bacino un sistema deltizio, alimentato da NE, che venne rapidamente disattivato a seguito del sollevamento del mare che tra l'altro determinò la sommersione della Dorsale di Valsinni.
Le arenarie, organizzate in pacchetti tabulari intercalati alle sabbie, hanno assunto nella parte esposta agli agenti atmosferici un colore brunastro ed un profilo rotondeggiante e rugoso che le rendono simili a tronchi di alberi. Nelle arenarie sono conservate tracce di vita dei molluschi che popolavano i fondali marini pliocenici.
Per caratteri strutturali e deposizionali i depositi pliocenici affioranti in quanto successioni di margine di un bacino di thrust-top possono contribuire alla comprensione dei meccanismi di interazione tra deformazioni tettoniche e variazioni relative del livello del mare connesse al glacio-eustatismo (Patacca e Scandone, 2001). La particolare forma delle arenarie conferiscono al sito una notevole valenza Scenico-Estetica difficilemnte riscontrabile in altri ambiti della Catena Appenninica. Per caratteristiche stratigrafiche e contenuto paleontologico dal punto di vista Didattico-educativo l'affioramento rappresenta ambienti marini di mare basso con depositi che presentano forme di stratificazione incrociata e tracce di vita diffusi su tutta la Catena Appenninica.
2) Geosito "Biancane del Sinni"
Posizione geografica coord. UTM 33N - WGS84:
609632,90 E;
4451969,29 N;
Quota 280 m s.l.m.
Descrizione:
Il geosito è ubicato al confine tra i Comuni di Senise e Sant'Arcangelo in Provincia di Potenza. Si accede dalla S.S. 92 in corrispondenza dell'uscita per Roccanova al km 121+000.
Rappresentano caratteristici fenomeni erosivi nella Formazione delle Argille marnose grigio-azzurre del Bacino di Sant'Arcangelo. I depositi argillosi per caratteristiche stratigrafiche e per il contenuto in macrofossilli (Ditrupa sp., scafopodi, bivalvi e gasteropodi) testimoniano un ambiente di sedimentazione di piattaforma per decantazione in acque tranquille lontane dalle sorgenti di prodelta. I calanchi sono forme digitate di erosione lineare veloce mentre le biancane sono forme residue della dissezione trasversale degli interfluvi verso valle. Le Biancane si presentano come rilievi cupoliformi alti anche 10 m, caratterizzati da croste biancastre formate da spinti processi di essiccamento e imbibizione (ciclo giorno-notte) sulle argille.
Le argille di piattaforma e le forme calanchive che ne sono peculiari sono molto diffuse sull'intera Catena Appenninica ed in particolare si possono considerare in continuità ambientale con i "Calanchi di Montalbano Jonico".
3) Geosito "Timpe di Sabbia"
Posizione geografica coord. UTM 33N - WGS84:
606386,23 E;
4448426,74 N;
Quota 570 m s.l.m.
Descrizione:
Versanti a morfologia subverticale scolpiti in corrispondenza di lineamenti tettonici generati dalla deformazione pleistocenica del Bacino di Sant'Arcangelo. Le pareti sono costituite da depositi conglomeratici, sabbiosi e argillosi in eteropia di facies ad immersione S-SO, distribuiti lungo una dorsale delineata da SO verso NE e rappresentativi di quattro associazioni di facies presenti all'interno della Formazione delle "Sabbie di Aliano": una litofacies conglomeratica, affiorante a sud di Senise e costituita da conglomerati sabbiosi, matrice e clasto-sostenuti, con stratificazione incrociata concava, obliqua e piano parallela; le litofacies arenacea, arenaceo-argillosa e argillosa caratterizzano un ambiente deposizionale deltizio disposte in alternanza a formare più sequenze deposizionali di tipo coarsening upward.
Le profonde modificazioni morfologiche nonchè l'effetto sull'assetto geostrutturale delle sequenze terrigene affioranti causate dalle varie fasi di sollevamento della Dorsale di Valsinni sono difficilmente riscontrabili nelle stesse condizioni in altri siti della Catena Appeninica e dello stesso Appennino Lucano. Lo scenario surreale determinato dall'assetto morfostrutturale a versanti ripidi, comunemente definito "lunare", condizionato da una vegetazione di tipo macchia mediterranea scarsamente estesa, consente di riconoscere al territorio una importante valenza Scenico-Estetica. Le estese esposizioni su versanti ripidi privi di vegetazione permettono la ricostruzione chiara e completa dei rapporti di facies tra le sequenze terrigene regressive affioranti nonchè risulta facile rilevare gli effetti del tilting, sulle stesse sequenze, causato dalle varie fasi di sollevamento della stessa Dorsale di Valsinni. La capacità di lettura dei fenomeni offerta dagli affioramenti è difficilmente riscontrabile con tale chiarezza in altri ambiti simili della Catena Appenninica.
4) Geosito dei "Fiumi a Castello" di Serra Cerrosa
Posizione geografica coord. UTM 33N - WGS84:
599218,02 E;
4438614,70 N;
Quota 380 m s.l.m.
Descrizione:
Il Geosito è ubicato nel Comune di Fardella, in sinistra idrografica del Fiume Sinni ed è osservabile dalla S.S. 653 Sinnica al km 28+700. Il versante di Serra Cerrosa che lo ospita mostra gli effetti della sedimentazione post-tilting causata dal sollevamento della Dorsale di Valsinni.
La completa emersione della dorsale, seguita dal tilt verso SO delle sequenze terrigene del Bacino di Sant'Arcangelo determinarono la formazione di ristrette aree subsidenti lungo il margine Sud-occidentale nelle quali si sedimentarono prima depositi alluvionali e lacustri poi depositi di piana tipo braided. La seconda fase, molto estesa arealmente, rappresentava il sintomo di una forte diminuzione della subsidenza e del colmamento del Bacino. Al termine della subsidenza seguì un generale sollevamento dell'intera regione durante il quale si alternarono periodi di modellamento erosivo e periodi di sedimentazione rappresentati da depositi alluvionali indicanti un paleo-trasporto verso i quadranti settentrionali (da Giannadrea et al., 2003). Il nome del geosito è suggerito proprio dall'affioramento sul versante del risultato della progradazione altimetrica di fasi alluvionali che trovano il culmine nei depositi conglomeratici di Serra Corneta.
Il versante è caratterizzato da fenomeni di erosione e deposizione molto spinti materializzati da profonde incisioni, in corrispondenza di fratture causate dalla deformazione plestocenica del Bacino di Sant'Arcangelo, da forme di erosione selettiva soprattutto al passaggio dai litotipi conglomeratici a quelli sabbiosi o argillosi, da forme di erosione calanchiva nei termini argillosi, da frane per crollo, scivolamento e colata, da conoidi di deiezione e detriti di versante.
La completa esposizione sul versante dei rapporti strutturali e deposizionali di sequenze terrigene che testimoniano le fasi di subsidenza e di colmamento del bacino consentono di riconoscere per il sito una elevata valenza scientifica. La varietà di forme esposte dona al versante uno scenario unico difficilmente riscontrabile in altri siti dello stesso Appennino Lucano. In Località Serra Cerrosa è esposto l'intero catalogo dei processi morfogenetici di versante tanto che può essere identificato come un laboratorio di studio a cielo aperto della Geomorfologia con elevatissima valenza didattico-educativa, unico nel suo genere lungo tutto l'Arco Appenninico.
5) Geosito dei "Terrazzi del Sinni"
Posizione geografica coord. UTM 33N - WGS84:
611969,94 E;
4443752,85 N;
Quota 260 m s.l.m.
Descrizione:
Il geosito è ubicato nel Comune di Senise. Si accede dalla S.S. 653 Sinnica al km 43+150.
Nella media Valle del Fiume Sinni, alla confluenza con il T.te Serrapotamo, affiorano estesi terrazzi fluviali antichi prodotti dalla fase di modellamento, successiva al colmamento del Bacino di Sant'Arcangelo, consistente in una vasta superficie erosiva degradante verso Nord sulla quale si impostò il reticolo idrografico del Fiume Sinni. Sui versanti di questo settore della Valle del Sinni la sequenza dei terrazzi si presenta asimmetrica in quanto solo in sinistra idrografica, degradante da quota 380 m s.l.m. a quota 240 m s.l.m., si riesce a classificare fino a Otto ordini di terrazzo, con scarpate che superano anche i dieci metri negli ordini più bassi, mentre sulla sponda destra si riconoscono solo Tre ordini di terrazzo dei quali i più alti sono identificabili nelle località Piano Codicino e Piano delle Rose. Tale asimmetria si può ricondurre alle fasi deformative del Bacino di Sant'Arcangelo interessato a più riprese, durante il Pleistocene, da movimenti trascorrenti e dagli effetti del sollevamento della Dorsale di Valsinni. Le successioni terrazzate costituite da conglomerati clasto e matrice-sostenuti immersi in una matrice sabbioso-limosa e limoso-argillosa di colore brunastro, poggiano in discordanza stratigrafica sui depositi sabbiosi e argillosi plio-pleistocenici del Bacino. Per le caratteristiche litologiche i terrazzi sono ancora oggi sede di estesi orti per la coltivazione dei prodotti agricoli tipici del luogo tra i quali assume rilievo particolare il noto “Peperone di Senise” insignito del marchio IGP.
La relazione fra l'evoluzione morfologica dei versanti del Sinni e le fasi deformative che hanno interessato il settore meridionale del Bacino di Sant'Arcangelo forniscono un campo di lettura, di sicuro interesse per la comprensione delle dinamiche tettoniche del Quaternario. Le vaste superfici terrazzate alla confluenza tra il Sinni ed il Serrapotamo occupate da numerosi campi agricoli rendono lo scenario di tale porzione della Valle molto suggestivo dall'elevato valore Scenico-estetico.
La completa e chiara sequenza di Otto ordini di terrazzo, molto rara tra i numerosi reticoli idrigrafici dell'Appennino Lucano, può rappresentare un utile laboratorio di studio del reticolo idrografico e delle dinamiche di versante fluviale.
Dott. Geol. Domenico MARINO - P.iva 01571350766
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